All'inizio del XX sec. gli architetti tentarono di rompere con le decorazioni del passato per ripartire con un nuovo stile. L'Arts and Craft, l'Art Nouveau, il Bauhaus, il De Stijl e l'International Style tentarono questa frattura, ma la forma di design moderno che ci riuscì più degli altri fu il Minimalismo. Mies van der Rohe è stato il primo a impiegare in architattura materiali industriali come l'acciaio. La svolta fu segnata col "Padiglione Tedesco di Barcellona" del 1929, concepito come un insieme di spazi racchiusi da muri in marmo e colonne rivestite di cromo, seguito da Villa Tugendhat a Brno e poi dalla struttura metallica di Casa Farnsworth, con putrelle a vista dipinte di bianco per esltarne l'eleganza, con pilastri in acciaio e ampie vetrate per esprimere leggerezza. Philip Johnson nella Casa di New Canaan seguì gli stessi canoni, rinunciando alle masse murarie e privilegiando un stretto rapporto col paesaggio circostante. Negli anni '70 è stato l'architetto giapponese Tadao Ando il primo a realizzare strutture minimaliste in cemento armato, mentre l'australiano Glenn Murcutt ha fatto un uso abbondante di vetrate, acciaio e lamiera ondulata nelle sue case d'abitazione, dove è privilegiato il rapporto con la luce e col paesaggio.
Nessun commento:
Posta un commento