giovedì 29 maggio 2014

L'architettura del Minimalismo

All'inizio del XX sec. gli architetti tentarono di rompere con le decorazioni del passato per ripartire con un nuovo stile. L'Arts and Craft, l'Art Nouveau, il Bauhaus, il De Stijl e l'International Style tentarono questa frattura, ma la forma di design moderno che ci riuscì più degli altri fu il Minimalismo. Mies van der Rohe è stato il primo a impiegare in architattura materiali industriali come l'acciaio. La svolta fu segnata col "Padiglione Tedesco di Barcellona" del 1929, concepito come un insieme di spazi racchiusi da muri in marmo e colonne rivestite di cromo, seguito da Villa Tugendhat a Brno e poi dalla struttura metallica di Casa Farnsworth, con putrelle a vista dipinte di bianco per esltarne l'eleganza, con pilastri in acciaio e ampie vetrate per esprimere leggerezza. Philip Johnson nella Casa di New Canaan seguì gli stessi canoni, rinunciando alle masse murarie e privilegiando un stretto rapporto col paesaggio circostante. Negli anni '70 è stato l'architetto giapponese Tadao Ando il primo a realizzare strutture minimaliste in cemento armato, mentre l'australiano Glenn Murcutt ha fatto un uso abbondante di vetrate, acciaio e lamiera ondulata nelle sue case d'abitazione, dove è privilegiato il rapporto con la luce e col paesaggio.

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