In occasione del
Giubileo del 2000 fu bandito un concorso internazionale di progettazione ad
inviti per la costruzione di una chiesa nel quartiere di Tor Tre Teste nella
periferia romana. Furono invitati sei architetti di fama mondiale diversi per culto
e nazionalità: Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman,
Frank Gehry e Richard Meier. Il bando puntava a individuare una soluzione
architettonica che nell’esprimere la spiritualità del nuovo millennio proponesse
una riqualificazione urbana e architettonica del luogo.
Il progetto vincitore
portava la firma dell’architetto americano Richard Meier che concepì l’edificio
come una barca a tre vele a rappresentare la Chiesa come guida spirituale nell'impervio
mare del mondo.
Lo schema compositivo
proposto da Meier accosta due parti fortemente diverse: a sud
l’aula ecclesiale individuata dalla figura avvolgente dei tre gusci, a
nord le opere parrocchiali costituite da un corpo rigido anche se profilato e
scavato. Nell’insieme le pareti curve è come se si infrangessero con le loro ondate
energiche contro il volume delle opere parrocchiali che raffredda e contiene
l’esuberanza delle curvature progressivamente crescenti.
L’architettura di
Meier si produce attraverso una germinazione spontanea e imprevedibile di
elementi e spazi. in un incalzare di incastri, slittamenti, compenetrazioni e
svuotamenti con una sospensione tra consequenzialità e casualità.
Come molte altre
opere dell'architetto statunitense è cromaticamente bianca ed è composta da tre
vele, la più alta delle quali raggiunge un'altezza di 26 metri. Le vele sono
autoportanti, per realizzarle sono state suddivise in grandi pannelli
prefabbricati a doppia curvatura, ciascuno del peso di 12 tonnellate.
La chiesa è stata
costruita con uno speciale cemento, realizzato e brevettato da Italcementi,
con la straordinaria capacità di autopulirsi grazie a un effetto di fotocatalisi,
il cosiddetto cemento mangiasmog.
Lo spazio sacro
leggermente disassato rispetto alle costruzioni di servizio agli uffici
religiosi, è uno spazio cavo, interno di un guscio protettivo come la
misericordia divina che dà nome alla chiesa, aperto al cielo (infinito) e alla
sua variabilità, nel tempo, dell’intensità e del colore della luce, assoluta,
quasi abbagliante che non dà tregua alle ombre, dissolvendole in un chiarore
totale, che entra zenitalmente dalle vetrate di collegamento delle vele e
da quelle alle spalle del Crocifisso sopra l’altare e dal basso, attraverso uno
stretto taglio a livello del suolo, e partecipa dello spazio, infondendogli una
qualità dinamica.
On the occasion of
the Jubilee of 2000, an international design competition was launched with
invitations to build a church in the Tor Tre Teste neighborhood in the Roman
suburbs. Six world-famous architects were invited for worship and nationality:
Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry
and Richard Meier. The call was aimed at identifying an architectural solution
which, in expressing the spirituality of the new millennium, proposed an urban
and architectural redevelopment of the place.
The winning project
was designed by the American architect Richard Meier who conceived the building
as a three-sided boat to represent the Church as a spiritual guide in the
impervious sea of the world.
The compositional
scheme proposed by Meier combines two strongly different parts: to the south
the ecclesial hall identified by the enveloping figure of the three shells, to
the north the parish works made up of a rigid body even if profiled and
hollowed out. As a whole the curved walls are as if they break with their
energetic waves against the volume of parish works that cools and contains the
exuberance of progressively increasing curves.
Meier's architecture
is produced through a spontaneous and unpredictable germination of elements and
spaces. in an interlocking of joints, slips, interpenetration and emptying with
a suspension between consequentiality and randomness.
Like many other works
by the American architect, it is chromatically white and consists of three
sails, the highest of which reaches a height of 26 meters. The sails are
self-supporting, to make them have been divided into large double-curved
prefabricated panels, each weighing 12 tons.
The church was built
with a special cement, created and patented by Italcementi, with the
extraordinary ability to self-clean thanks to a photocatalysis effect, the
so-called mangiasmog cement.
The sacred space
slightly offset from the buildings of service to the religious offices, is a
hollow space, inside a protective shell like the divine mercy that gives name
to the church, open to the sky (infinite) and to its variability, over time, of
the intensity and color of the light, absolute, almost dazzling that gives no
respite to the shadows, dissolving them in a total light, which enters zenitalmente
from the windows connecting the sails and those behind the Crucifix above the
altar and from below, through a narrow cut at ground level, and participates in
space, infusing it with a dynamic quality.
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