Ponte sul Bacchiglione a Correzzola chiuso al traffico il 14 gennaio 2020 per l'intervento di restauro, ristrutturazione e miglioramento antisismico e riaperto venerdì 05 febbraio 2021
architetto nicola gennaro
progettazione architettura contemporanea
sabato 6 febbraio 2021
domenica 8 aprile 2018
Chiesa del Millennio a Tor Tre Teste, Roma - Richard Meier
In occasione del
Giubileo del 2000 fu bandito un concorso internazionale di progettazione ad
inviti per la costruzione di una chiesa nel quartiere di Tor Tre Teste nella
periferia romana. Furono invitati sei architetti di fama mondiale diversi per culto
e nazionalità: Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman,
Frank Gehry e Richard Meier. Il bando puntava a individuare una soluzione
architettonica che nell’esprimere la spiritualità del nuovo millennio proponesse
una riqualificazione urbana e architettonica del luogo.
Il progetto vincitore
portava la firma dell’architetto americano Richard Meier che concepì l’edificio
come una barca a tre vele a rappresentare la Chiesa come guida spirituale nell'impervio
mare del mondo.
Lo schema compositivo
proposto da Meier accosta due parti fortemente diverse: a sud
l’aula ecclesiale individuata dalla figura avvolgente dei tre gusci, a
nord le opere parrocchiali costituite da un corpo rigido anche se profilato e
scavato. Nell’insieme le pareti curve è come se si infrangessero con le loro ondate
energiche contro il volume delle opere parrocchiali che raffredda e contiene
l’esuberanza delle curvature progressivamente crescenti.
L’architettura di
Meier si produce attraverso una germinazione spontanea e imprevedibile di
elementi e spazi. in un incalzare di incastri, slittamenti, compenetrazioni e
svuotamenti con una sospensione tra consequenzialità e casualità.
Come molte altre
opere dell'architetto statunitense è cromaticamente bianca ed è composta da tre
vele, la più alta delle quali raggiunge un'altezza di 26 metri. Le vele sono
autoportanti, per realizzarle sono state suddivise in grandi pannelli
prefabbricati a doppia curvatura, ciascuno del peso di 12 tonnellate.
La chiesa è stata
costruita con uno speciale cemento, realizzato e brevettato da Italcementi,
con la straordinaria capacità di autopulirsi grazie a un effetto di fotocatalisi,
il cosiddetto cemento mangiasmog.
Lo spazio sacro
leggermente disassato rispetto alle costruzioni di servizio agli uffici
religiosi, è uno spazio cavo, interno di un guscio protettivo come la
misericordia divina che dà nome alla chiesa, aperto al cielo (infinito) e alla
sua variabilità, nel tempo, dell’intensità e del colore della luce, assoluta,
quasi abbagliante che non dà tregua alle ombre, dissolvendole in un chiarore
totale, che entra zenitalmente dalle vetrate di collegamento delle vele e
da quelle alle spalle del Crocifisso sopra l’altare e dal basso, attraverso uno
stretto taglio a livello del suolo, e partecipa dello spazio, infondendogli una
qualità dinamica.
On the occasion of
the Jubilee of 2000, an international design competition was launched with
invitations to build a church in the Tor Tre Teste neighborhood in the Roman
suburbs. Six world-famous architects were invited for worship and nationality:
Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry
and Richard Meier. The call was aimed at identifying an architectural solution
which, in expressing the spirituality of the new millennium, proposed an urban
and architectural redevelopment of the place.
The winning project
was designed by the American architect Richard Meier who conceived the building
as a three-sided boat to represent the Church as a spiritual guide in the
impervious sea of the world.
The compositional
scheme proposed by Meier combines two strongly different parts: to the south
the ecclesial hall identified by the enveloping figure of the three shells, to
the north the parish works made up of a rigid body even if profiled and
hollowed out. As a whole the curved walls are as if they break with their
energetic waves against the volume of parish works that cools and contains the
exuberance of progressively increasing curves.
Meier's architecture
is produced through a spontaneous and unpredictable germination of elements and
spaces. in an interlocking of joints, slips, interpenetration and emptying with
a suspension between consequentiality and randomness.
Like many other works
by the American architect, it is chromatically white and consists of three
sails, the highest of which reaches a height of 26 meters. The sails are
self-supporting, to make them have been divided into large double-curved
prefabricated panels, each weighing 12 tons.
The church was built
with a special cement, created and patented by Italcementi, with the
extraordinary ability to self-clean thanks to a photocatalysis effect, the
so-called mangiasmog cement.
The sacred space
slightly offset from the buildings of service to the religious offices, is a
hollow space, inside a protective shell like the divine mercy that gives name
to the church, open to the sky (infinite) and to its variability, over time, of
the intensity and color of the light, absolute, almost dazzling that gives no
respite to the shadows, dissolving them in a total light, which enters zenitalmente
from the windows connecting the sails and those behind the Crucifix above the
altar and from below, through a narrow cut at ground level, and participates in
space, infusing it with a dynamic quality.
venerdì 6 aprile 2018
"Ray & Maria Stata Center” di F.O. Gehry al MIT di Boston
Lo “Stata
Center” è un complesso di edifici del campus del Massachusetts
Institute of Technology (M.I.T.) progettato dall’architetto
americano Frank Owen Gehry. Lo scopo del complesso è stato di integrare la
facoltà di informatica con le facoltà di ingegneria elettronica ed
intelligenza artificiale per la condivisione delle tecnologie. L’intervento, ultimato
nel 2004, è caratterizzato da un forte impatto visivo della sua massa
"decostruita", che si frammenta in elementi aggettanti e superfici inclinate.
L’edificio
consiste in una serie di bassi blocchi di torri curve e pendenti, con
angolature innaturali fuori piombo e sghembe. Il complesso si basa su due torri
di otto piani con forma ad U, chiamate torri “Gates” e “Dreyfoos”, entrambe
situate su uno zoccolo di quattro piani chiamato ‘the warehouse’.
Il progetto
ha sfruttato ampiamente la luce naturale tramite pareti di vetro che aumentano
il senso d’apertura e di spazio all’interno del complesso. L’edificio applica
alcuni principi del risparmio energetico come il recupero dell’acqua piovana
dai tetti per essere usata nei servizi igienici, l’ombreggiamento della
facciata con vetri ombrati per risparmio delle risorse di riscaldamento e
raffreddamento, un sistema di ventilazione attraverso il quale l’aria fresca a
18° è portata negli ambienti dal sottosuolo.
L’apparenza
dello Stata Center è una metafora per la libertà, l’audacia e la creatività
della ricerca che si svolge all’interno dell’edificio. Secondo i critici l’edificio
di Gehry ha avuto il merito di aver ravvivato una strada caratterizzata dalla
monotonia di edifici in cemento armato” presentandosi come un edificio
completamento diverso da tutti gli altri.
L’opera di
Gehry si presenta come una “scultura” che contiene strutture di ricerca, aule,
un grande auditorium, strutture per il fitness e un centro per l'infanzia. L'architetto
ha alternato i materiali della facciata tra metallo lucido e mattoni rossi. I baldacchini
di metallo a zigzag indicano gli ingressi lungo Vassar Street, mentre le
sezioni a forma di tamburo di fronte ad un anfiteatro sono colorate di giallo.
Un critico
d'arte ha dichiarato che "Sembra di guardare un'opera sul punto di
crollare, con colonne che disegnano angoli spaventosi, mura che sterzano e si
scontrano con curve casuali, e materiali che cambiano ovunque si guardi:
mattoni, superfici d'acciaio a specchio, alluminio spazzolato, vernici dai
colori vivaci, lamiere ondulata. Tutto sembra improvvisato, come se fosse stato
tirato su all'ultimo momento…..l'aspetto dello Stata Center è una metafora per
la libertà, l'audacia e la creatività della ricerca, a riprodurre quanto accade
negli studi e nelle aule, al suo interno." Lo stata Center ha ricevuto
anche critiche molto severe: "...il problema è che non si può abitare
una scultura, mentre gli utenti in quell'edificio devono viverci".
The “Stata Center” is a campus complex of the “Massachusetts Institute of Technology” (MIT) designed by the American architect Frank Owen Gehry. The purpose of the complex was to integrate the faculty of computer science with the faculties of electronic engineering and artificial intelligence for the sharing of technologies. The complex, completed in 2004, is characterized by a strong visual impact of its "deconstructed" mass, which is fragmented into protruding elements and strongly inclined surfaces.
The building consists of a series of low blocks of curved and hanging towers, with unnatural angles out of lead and slanting walls. The complex is based on two U-shaped towers of eight floors, called Gates and Dreyfoos towers, both located on a four-storey base called the warehouse.
The project has largely exploited natural light through glass walls that increase the sense of openness and space within the complex. The building applies some principles of energy saving such as the recovery of rainwater from the roofs to be used in the toilets, the shading of the façade with glazed windows to save heating and cooling resources, a ventilation system through which the fresh air at 18 ° is carried in underground environments.
The appearance of the Stata Center is a metaphor for the freedom, audacity and creativity of research that takes place within the building. According to critics, the building of Gehry has had the merit of having revived a road characterized by the monotony of reinforced concrete buildings "presenting itself as a building completion different from all the others.
Gehry's work presents itself as a "sculpture" that contains research facilities, classrooms, a large auditorium, fitness facilities and a center for children. The architect alternated the materials of the facade between polished metal and red bricks. The zigzag metal canopies indicate the entrances along Vassar Street, while the drum-shaped sections in front of an amphitheater are colored yellow.
An art critic stated that "It seems to look at a work on the verge of collapsing, with columns that draw scary corners, walls that swerve and collide with random curves, and materials that change wherever you look: .... bricks , mirrored steel surfaces, brushed aluminum, brightly colored paints, corrugated sheets.It all seems improvised, as if it had been pulled up at the last minute ... ..the appearance of the Stata Center is a metaphor for freedom, the 'audacity and creativity of research, to reproduce what happens in the studios and in the classrooms inside it. " The Center has also received very severe criticisms: "... the problem is that you can not live in a sculpture, while users in that building must live in it".
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