Le case cantoniere sono fabbricati costruiti nei primi anni del Novecento lungo le principali strade statali italiane. Esse erano adibite fino a qualche anno fa a supporto logistico delle attività di gestione e di manutenzione della rete stradale. Nelle case cantoniere venivano custoditi i mezzi e le attrezzature utilizzati per espletare le operazioni di manutenzione. Gli interventi riguardavano il rifacimento della pavimentazione, la sistemazione dei rilevati, la conservazione e il restauro delle opere di sostegno e il mantenimento della segnaletica stradale.
Gli immobili sono di proprietà demaniale e gestiti dall'ANAS. Essi si distinguono nel territorio per il tipico colore "rosso pompeiano" e riportano in facciata il nome della strada di riferimento, con indicata la progressiva chilometrica in cui si trovano. Le case sono chiamate “cantoniere” perché prendono il nome dai "cantonieri", cioè gli operai addetti alla manutenzione, che per esigenze di servizio avevano necessità di alloggiare sul luogo di lavoro.
I cantonieri erano assegnati a vari tratti di strada a cui dovevano dedicarsi, detti "cantoni", che consistevano circa in 5 chilometri di lunghezza. Le case dei cantonieri erano in genere affiancate da autorimesse o depositi, e, fino a qualche decennio fa, erano adibite a residenza del cantoniere addetto alla manutenzione del "cantone". In alcuni casi i fabbricati venivano costruiti al confine fra due cantoni adiacenti per ospitare assieme le 2 famiglie dei cantonieri.
Negli anni '80, a seguito della riorganizzazione del servizio di manutenzione stradale, ne sono state dismesse numerose, altre invece sono passate agli enti regionali o provinciali. Oggi ne rimangono in funzione ancora alcune, specie nel sud Italia o nei centri principali. Altre invece sono state vendute a privati e utilizzate come case private d'abitazione o come strutture per la ricezione turistico-alberghiera.
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